Scarperia: Cosa fare e cosa vedere

La storia di Scarperia

La storia di Scarperia è come un antico racconto epico, che narra delle lotte e delle conquiste di una comunità nel corso dei secoli.

Nel 1306, dopo la sconfitta degli Ubaldini, custodi delle terre del Mugello, la Repubblica Fiorentina decide di scrivere un nuovo capitolo nella storia della regione. Come un araldo che annuncia una nuova era, il Consiglio dei Cento delibera la costruzione della “terra nuova” di Castel S. Barnaba, nel luogo noto come “la Scarperia”, sulle strade che collegano Firenze e Bologna. Il 7 settembre, come se fosse dipinta da una mano divina, vengono tracciate le strade e le mura della nuova città, accogliendo gli abitanti della campagna che si radunano nel nuovo centro. Con un gesto di generosità, viene promessa un’esenzione decennale da tasse e balzelli per coloro che vi costruiscono la loro dimora.

Nel 1415, Scarperia si trasforma in un bastione del potere fiorentino, diventando sede del vicariato. Come una gemma incastonata nella corona, il castello è ampliato per ospitare il suo nuovo ruolo. Gli stemmi dei vicari adornano il palazzo, testimonianza del loro dominio sulla regione, che include le podesterie circostanti.

L’attività commerciale di Scarperia fiorisce grazie alla sua posizione strategica lungo la strada del Giogo, diventando un crocevia di viaggiatori e commercianti provenienti dall’Emilia e dal Nord Italia. Tuttavia, come ogni grande storia, c’è una prova da superare. Nel 1752, la costruzione della strada carrozzabile della Futa, voluta dal nuovo governo dei Lorena, taglia fuori Scarperia dalle rotte commerciali principali, mettendo a dura prova la sua prosperità.

Osterie e botteghe artigianali che un tempo prosperavano lentamente cessano la loro attività, mentre la vita dei coltellinai diventa sempre più difficile. Tuttavia, nonostante le avversità, la comunità di Scarperia lotta per sopravvivere. Anche quando nel 1908 una legge proibisce il commercio e l’uso dei coltelli a serramanico, segnando un duro colpo per l’artigianato locale, la tradizione continua a persistere, fino al suo rilancio negli ultimi decenni, come un pugno che si apre dopo un lungo periodo di resistenza.

Cosa vedere a Scarperia

La storia della trasformazione del Palazzo dei Vicari è come un viaggio attraverso le ere, un racconto di adattamenti e rinascite che riflettono l’evolversi della sua funzione e della sua bellezza.

Come un seme che germoglia, il palazzo ha le sue radici in una modesta torre, che nel corso del Trecento si trasforma in un complesso più ampio con l’aggiunta di una residenza per il Capitano. Nel 1366, come un’opera d’arte in progresso, vengono eseguiti numerosi lavori di restauro e miglioramento, tra cui interventi alla struttura difensiva e alla torre della guardia.

Il XVI secolo segna una svolta nella storia del palazzo, quando un terremoto nel 1542 causa danni significativi, ma porta anche a interventi di ripristino che conferiscono al palazzo la sua forma definitiva, almeno per quanto riguarda le residenze del Vicario e le sale di rappresentanza. Le prigioni, precedentemente alloggiate al piano terra, vengono anche sistemate definitivamente.

Nel corso del Seicento, un altro evento sismico nel 1611 richiede ulteriori modifiche e riparazioni al palazzo, che, al termine degli interventi nel 1612, mostra un cambiamento parziale nella sua fisionomia. Come un’opera architettonica in evoluzione, il palazzo subisce poche altre modifiche fino alla metà del XIX secolo, quando nuovi interventi di restauro e rimaneggiamenti diventano necessari.

Il terremoto del 1960 rappresenta un’altra sfida per il palazzo, ma anche un’opportunità per un nuovo capitolo nella sua storia. Un ambizioso progetto di consolidamento e restauro, avviato nel 1980 e completato nel 1999, porta al recupero degli ambienti monumentali e alla ricostruzione dell’ala nord, che ora ospita il Museo dei Ferri Taglienti.

Come una fenice che risorge dalle ceneri, il Palazzo dei Vicari continua a incarnare la storia e la bellezza di Scarperia, testimone di secoli di cambiamenti e di una resilienza senza tempo.

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